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4 Patrizia Mori

4 Patrizia Mori

INEVITABILI METAMORFOSI

Patrizia Mori I'm born in Siena (Italy) in 1955. I have always attended art as a spectator and experimented as an amateur, starting with painting, theatre and since 2006 photography.
Photography is my place of freedom, my way of meditating, of reflecting, an alibi to get in touch with others and with myself, a way to tell and tell. Photography is an anchor and in some difficult moments it saved me. My stories are born from emotions and curiosity and
are linked to my life experiences. I love the little things, ordinary things, every day things.

INEVITABILI METAMORFOSI

Fu una bastonata dura per me. Ma poi, che farci? Continuai la mia strada, in mezzo alle trasformazioni del mondo, anch’io trasformandomi.
(Italo Calvino)

Le pareti di Inevitabili metamorfosi non sono muri qualsiasi. Solchi e protuberanze formano dislivelli su cui stanno aggrappati i miei ricordi. Mia madre aveva l’abitudine di ridipingere le stanze della nostra casa quasi ogni anno con tinte diverse. Così i confini domestici del mio mondo sono cambiati insieme a me mentre, dalla bambina che ero, mi trasformavo in una giovane donna.
Da quando nessuno vive più lì, pian piano il tetto è crollato e l’umidità ha impregnato le superfici. I differenti strati di pittura si mostrano attraverso le crepe e risaltano nell’irregolarità tattile dei piani verticali, sulle porzioni in rilievo e nei pezzi mancanti di intonaco. Un edificio abbandonato attira incursioni di estranei e non so chi si sia intrufolato negli ambienti dove sono cresciuta. I miei occhi registrano però che le tracce di vernice spray che qualcuno ha lasciato hanno contribuito a rendere i miei (ex) spazi privati delle opere d’arte.
Sono tornata nella mia vecchia casa per guardarmi allo specchio e ne sono uscita con addosso l’esperienza del mutamento inarrestabile, mi sono resa conto che le persone e le cose sono in continua evoluzione e sono destinati inesorabilmente ad appassire, perché queste sono le regole, questa è la natura. Ho fatto sì che le chiazze di colore delle pareti incorniciassero la mia figura e le si sovrapponessero. Ho macchiato la mia pelle con quelle antiche sfumature cromatiche. Nei miei scatti ho trasferito la comunione di sostanza con la materia e la memoria da cui ero circondata. I miei muri sono come me, sempre in divenire.

INEVITABILI METAMORFOSI

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